Interessante il pensiero del consumarsi nell'attesa di Nellabrezza. Se permettete mi inserisco. Secondo me, c'è un'attesa che costruisce e un'attesa vile che pretende siano gli eventi a porgerci su un piatto d'argento i nostri sogni realizzati. Drogo è un triste esempio di questo secondo modo di attendere e io ho letto e riletto il libro "Il deserto dei tartari" a monito. Lo scorso anno, nel gruppo di lettura a cui appartengo, rileggemmo il libro e molti arrivarono alla conclusione che Drogo, negli ultimi momenti della vita, aveva mostrato coraggio affrontando la sorte. Sono stata l'unica a pensare che no, neppure in quell'istante doloroso aveva affrontato la situazione se non colorandola per renderla accettabile... per "farsela andare bene", come aveva sempre fatto lungo tutta la sua vita. Attendere in modo costruttivo, è lavorare, darsi da fare, quasi un forzare al sorte per piegarla ai nostri obiettivi. Un saluto a tutti.
si può leggere il romanzo (come pure l'attesa) da diversi punti di vista. dipende, come dici tu, dalle motivazioni, da come la si vive. si ripropone in fondo la vicenda di don chisciotte. la soluzione la darà il cuore. occorre essere all'altezza del proprio cuore. buon giorno
Ecco, consumarsi è proprio la passività che bene esprime Sari.. e che addirittura definisce vile ! non ero arrivata a tanto..però certo chi non agisce può essere definito non coraggioso, in quasi tutti gli ambiti. A volte però è scelta personale. Perchè essere attivi si può con se stessi..non sempre è consigliabile cercare di far diventare attivi gli altri...
La viltà a cui mi riferivo non è quella del Ferrucci ma era intesa come pochezza... (materiale, metallo vile, di poco valore) Riferendomi a Drogo, la sua pochezza è ben disegnata dal fatto che non vuole scegliere e per non farlo decide di ammantare, coprire, il brutto che c'è. E' viltà l'ingannare se stessi, secondo me. Ciao Nellabrezza.
era comunque un'idea romantica dell'attesa quella a cui pensavo, la consunzione di se stesse nell'attesa di qualcuno che non verrà, l'attesa di qualcosa che non avverrà...di moda per le donne nell'800 direi..
La costruzione di una presenza è un bell'anticipo.
RispondiEliminaBuongiorno.
mi piace giocare d'anticipo.
Eliminabuon giorno :)
Hai letto Il deserto dei Tartari di Buzzati ?
RispondiEliminapiù di una volta. buon giorno
EliminaE che ne pensi del consumarsi nell'attesa ?
RispondiEliminase diventa un sacrificare non mi piace
Eliminaoblomoviano sempre !! ah ah !!
RispondiEliminaho poco di oblomoviano
EliminaInteressante il pensiero del consumarsi nell'attesa di Nellabrezza. Se permettete mi inserisco.
RispondiEliminaSecondo me, c'è un'attesa che costruisce e un'attesa vile che pretende siano gli eventi a porgerci su un piatto d'argento i nostri sogni realizzati.
Drogo è un triste esempio di questo secondo modo di attendere e io ho letto e riletto il libro "Il deserto dei tartari" a monito.
Lo scorso anno, nel gruppo di lettura a cui appartengo, rileggemmo il libro e molti arrivarono alla conclusione che Drogo, negli ultimi momenti della vita, aveva mostrato coraggio affrontando la sorte. Sono stata l'unica a pensare che no, neppure in quell'istante doloroso aveva affrontato la situazione se non colorandola per renderla accettabile... per "farsela andare bene", come aveva sempre fatto lungo tutta la sua vita.
Attendere in modo costruttivo, è lavorare, darsi da fare, quasi un forzare al sorte per piegarla ai nostri obiettivi.
Un saluto a tutti.
si può leggere il romanzo (come pure l'attesa) da diversi punti di vista. dipende, come dici tu, dalle motivazioni, da come la si vive. si ripropone in fondo la vicenda di don chisciotte. la soluzione la darà il cuore. occorre essere all'altezza del proprio cuore. buon giorno
EliminaEcco, consumarsi è proprio la passività che bene esprime Sari.. e che addirittura definisce vile ! non ero arrivata a tanto..però certo chi non agisce può essere definito non coraggioso, in quasi tutti gli ambiti. A volte però è scelta personale. Perchè essere attivi si può con se stessi..non sempre è consigliabile cercare di far diventare attivi gli altri...
RispondiEliminaLa viltà a cui mi riferivo non è quella del Ferrucci ma era intesa come pochezza... (materiale, metallo vile, di poco valore) Riferendomi a Drogo, la sua pochezza è ben disegnata dal fatto che non vuole scegliere e per non farlo decide di ammantare, coprire, il brutto che c'è. E' viltà l'ingannare se stessi, secondo me.
EliminaCiao Nellabrezza.
era comunque un'idea romantica dell'attesa quella a cui pensavo, la consunzione di se stesse nell'attesa di qualcuno che non verrà, l'attesa di qualcosa che non avverrà...di moda per le donne nell'800 direi..
RispondiEliminal'attesa di qualcuno che non verrà :)
Eliminami pare che sia ancora di moda :)
dove è di moda ?
Eliminaah ti riferisci al principe azzurro ?!?? :-)))
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