lunedì 5 settembre 2016

pena e premio

céline alludeva forse in qualche misura al "corpo glorioso" del grande veicolo?
lo vedo più orientato sul piccolo. un piccolo molto anarco-individual-popolare.
sorta di contaminazione che mi pare condivisibile

19 commenti:

  1. ma in che frase ? non si può dare una opinione se non posti l'assunto...
    distrattone ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ovviamente con riferimento alla frase del post precedente

      Elimina
  2. céline è uno scrittore (uomo) o celine (donna)??? ihihihih

    RispondiElimina
  3. sara bisex era di gran moda anche allora? 😀

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi cazzo ti ha interpellata che mi rispondi??? VFC

      Elimina
    2. commentavo a lui (antonypoe) ^_^. che cappero vuoi? con quale salsa? ma chi te vole piu'?

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    4. Non vado dove non devo andare perché non DEVO andare. felicissima peraltro. non mi piacciono gli ospedali 😉non mi danno...ehm...un senso di protezione..ecco.

      Elimina
    5. e vai da un' altra parte. da Gus magari eh....non ti vuole più?

      Elimina
    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    7. E a te ti vuole tro....???

      Elimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Si manifestarono fin da allora due tendenze fondamentali, destinate a dar vita alle due maggiori scuole del Buddhismo, al Piccolo Veicolo e al Grande Veicolo. La prima, rappresentata dai rigoristi, tendeva a fare del Buddhismo una religione di élite, professabile solo nel chiuso dei monasteri, e di conseguenza accentuava l'avversione per la vita del mondo e per tutto ciò la riguarda. L'altra, più vicina alle esigenze spirituali dei laici, tendeva a mettere a disposizione di tutti i fedeli, anche di quelli che vivevano fuori dei monasteri, la via di salvezza intuita dal Buddha.

    Il disaccordo fra le due correnti, contenuto dapprima nelle dispute dei concilii, divenne sempre più acuto a mano a mano che i monasteri, da rifugi provvisori per la stagione delle piogge, si trasformavano in sedi stabili. Sfociò alfine nella rottura definitiva verso gli inizi dell'era cristiana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non vado dove non devo andare perché non DEVO andare. felicissima peraltro. non mi piacciono gli ospedali 😉non mi danno...ehm...un senso di protezione..ecco.

      Elimina
    2. sil@ ennesima prova della differenza che passa fra insegnamento e dottrina

      Elimina
    3. Non vado dove non devo andare perché non DEVO andare. felicissima peraltro. non mi piacciono gli ospedali 😉non mi danno...ehm...un senso di protezione..ecco.

      Elimina
  6. Eh già da un (pseudo) libertario non può essere diversamente.

    RispondiElimina