lunedì 18 maggio 2020

mente

"è una giornata tenebrosa, una giornata infausta" disse.

"è un giorno come ogni altro, semplicemente un giorno. sei tu ad avere la mente tenebrosa e turbata, mio signore"

21 commenti:

  1. In effetti ognuno vede la propria giornata secondo i suoi canoni mentali. 🤗

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    1. in effetti un giorno non è mai uguale all'altro. però forse, proprio per questo, ci si può approcciare con maggiore equilibrio

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    2. Il bello della vita, la diversità del quotidiano. 🤗

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  2. Questa sera me la vedo nera, disse la marchesa passeggiando nuda sugli specchi.

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  3. La verità non esiste. Ognuna ha la sua.

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  4. La verità è un'elaborazione mentale soggettiva.
    Per questo Dostoevsky affermò: "Se da una pare ci fosse la verità e dall'altra Cristo, io sceglierei Cristo.

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    1. io, come minimo, sceglierei di prendere in considerazione entrambe le cose

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    2. Dostoevskij, scrivendo ad una principessa russa, diceva: "Se da una parte ci fosse la verità e dall'altra ci fosse Cristo, io sceglierei Cristo".
      Ho capito il paradosso. Nell'episodio dell'adultera la verità è che nel vecchio testamento la donna doveva essere lapidata, ma Cristo con poche parole lo impedisce.
      Non condanna Gesù: né la donna, né quei figuri. Che ognuno abbia la possibilità di andarsene per non peccare più. Alla donna lo dirà esplicitamente: non ti condanno, vai, e d’ora in poi non peccare più. Ma anche i facinorosi farisei e scribi ricevono la stessa possibilità, attraverso i silenziosi e enigmatici gesti di Gesù: che vadano, anch’essi, per non peccare più.
      Una verità scritta, ma che non è Carne non può penetrare nel cuore dell'uomo. Per questo Fëdor Dostoevskij ha scritto: "Se Cristo fosse da una parte e la verità dall'altra, io sceglierei Cristo".

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    3. mi verrebbe da dire: c'è carne e companatico...

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    4. tony, lo ha detto anche Calvino. La letteratura è bella , ma la realtà è fuori del libro.
      Insomma, il Vecchio testamento non serve a un cazzo.

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    5. mi cogli impreparato.
      quale calvino? giovanni o italo?

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    6. Delle "Città Invisibili" Italo Calvino scrive:
      L’inferno dei viventi è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
      Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
      Vale la pena leggere Calvino perché proprio lui, che ha una capacità di scrittura e che spesso sembra quasi compiacersi della propria intelligenza, fa capire che scrivere non è un atto che basta a se stesso, ma ha bisogno del rapporto con l'altro.
      La letteratura ci commuove perché ci richiama il bisogno della verità, ma non ci fornisce la verità, perché essa è fuori, dove la vita accade.

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    7. avevo letto questo brano di italo.
      si può dire lo stesso del paradiso. un po' al contrario.
      la letteratura è una porta. o una finestra. chi può dire cosa sia dentro e cosa fuori? meglio semplicemente sfruttare tutte le possibilità

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    8. Comunque l'altro Calvino non era un fesso.

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    9. conoscendolo assai poco, posso dire solo che non mi convince affatto la dottrina della predestinazione.
      buon matti no :)

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  5. Le giornate sono solo giornate che noi le coloriamo con l'arcobaleno o con il buio.

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  6. sì, capisco e concordo. tuttavia, proprio per questo, se cambiasse il nostro sguardo, direi che sarebbe un progresso.
    buon giorno

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  7. sì, ogni tanto è benefico ricordarci, riappropriarci di quello che è possibile e, soprattutto, che ci compete, concretamente.
    qualcuno diverso da me direbbe: che dobbiamo a noi stessi.
    grazie a te

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